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Ascolto degli Indios e difesa del creato

ASCOLTO DEGLI INDIOS E DIFESA DEL CREATO
Concluso il Sinodo sull’Amazzonia. L’assise vaticana apre a nuove strade per la difesa dell’ambiente e l’evangelizzazione

2 Gennaio 2019

Concluso il Sinodo sull’Amazzonia. L’assise vaticana apre a nuove strade per la difesa dell’ambiente e l’evangelizzazione

Si potrebbe riassumere in un titolo il Sinodo sull’Amazzonia tenutosi in Vaticano dal 6 al 27 ottobre: una chiesa dal volto indigeno, amazzonico appunto. Scopo del Sinodo, era raccontare le sfide e le potenzialità di quel popolo, nonché riuscire ad ottenere la conversione “integrale, pastorale, culturale, ecologica e sinodale” di quella comunità che è “cuore biologico” di uno Stato esteso su 9 Paesi, estremamente vulnerabile per colpa dei cambiamenti climatici provocati dall’uomo, quindi esposta ad “una corsa sfrenata verso la morte”, quindi bisognosa, secondo il Documento, di “una nuova direzione che consenta di salvarla”, onde evitare il cataclisma del pianeta.

Nel testo finale, pubblicato e divulgato il 26 ottobre scorso, composto da una introduzione, 5 capitoli ed una ridotta conclusione, vi sono gli argomenti sui quali i Vescovi hanno discusso: “missione, inculturazione, ecologia integrale, difesa dei popoli indigeni, rito amazzonico, ruolo della donna e nuovi ministeri, soprattutto in zone in cui è difficile l’accesso all’Eucaristia”. Ne risulta l’immagine di una Chiesa cattolica amica dei più dei 33milioni di persone, dei quali circa 2,5 milioni indigeni” di quello Stato e, soprattutto, quella di uno “scambio aperto, libero e rispettoso” delle opinioni della popolazione.

Non che sia già una realtà, ma il Sinodo, come ha sottolineato il cardinale Claudio Humes, Arcivescovo emerito di San Paolo in Brasile e relatore generale, è un cammino e «il camminare rende la Chiesa fedele alla vera tradizione. Non il tradizionalismo che rimane legato al passato, ma la vera tradizione che è la storia viva della Chiesa». Certo passi in avanti sono stati fatti e l’appuntamento vaticano ne ha compiuti altri. Soprattutto su temi ‘caldi’ quali il ruolo della donna e l’ordinazione ai viri probati. Ma il Sinodo è anche altro, si iscrive in quel pensiero che ha trovato contenuti e espressione dell’enciclica Laudato sì, che possiamo definire un vero e proprio manifesto nel quale la tutela dell’ambiente è collocata all’interno di un pensiero sul creato, per essere una vera e propria teologia del creato.

È una Chiesa in ascolto dei popoli indigeni, che vive le sofferenze di territori violentati e sfruttati che gridano il loro «sì» alla difesa della vita; un «sì» alla terra, memoria sacra di una tradizione trasmessa oralmente. Fatta di saperi, danze, pitture, natura. Una Chiesa dal volto amazzonico che chiede di essere difesa dalle aggressioni culturali e politiche. Quasi un grido che negli anni ha trovato difficoltà ad essere accolto.

Il Sinodo vaticano è stato tempo di ascolto, di confronto, e anche di scontro. In modo particolare per due temi letti e calati nella realtà del territorio, ma che, sicuramente, oltrepasseranno i confini dei 7 Stati che racchiudono il grande polmone verde dell’Amazzonia: il ruolo della donna e l’ordinazione di preti sposati. In 120 paragrafi le raccomandazioni approvate, contenute nel documento finale consegnato al Papa. Prima fra tutte la proposta di «ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile». La richiesta è suffragata dal fatto che, si legge nel paragrafo 111, «molte delle comunità ecclesiali del territorio amazzonico hanno enormi difficoltà di accesso all’Eucaristia». Come ha detto il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, la Chiesa non può essere solo «in visita» con un prete che passa a distanza di mesi, ma deve «essere presente». A volte ci vogliono «anche anni prima che un sacerdote possa tornare in una comunità per celebrare l’Eucaristia, offrire il sacramento della riconciliazione o ungere i malati nella comunità», si legge sempre nel paragrafo 111.

Ovviamente, il Sinodo ha ricordato i Missionari morti in Amazzonia, uccisi per aver trasmesso il Vangelo. Al contempo, il Documento ricorda che l’annuncio di Cristo nella regione si è compiuto spesso in connivenza con i poteri oppressori delle popolazioni. Per questo, oggi la Chiesa ha “l’opportunità storica” di prendere le distanze dalle nuove potenze colonizzatrici, prestando ascolto ai popoli amazzonici ed esercitando la sua attività profetica “in modo trasparente”.

C’è solo da sperare che il programma religioso del Sinodo possa essere attuato quanto prima, con l’aiuto di Dio.

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