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Per ritrovare la bussola

PER RITROVARE LA BUSSOLA

12 Maggio 2024 // di don Egidio Todeschini

“Questo nostro tempo tragico e meraviglioso” l’aveva definito papa Paolo VI. Ed anche ambiguo e contradditorio, aggiungo io. Perché nonostante il nostro orgoglio e le molte conquiste nel campo della medicina, della comunicazione, della scienza e della tecnica stiamo vivendo più insicuri e confusi di prima.

Prendiamo l’ambiente: nonostante la crescita di responsabilità di tutti noi, le decisioni però sono dettate da pochi, da chi gestisce petrolio, carbone e grandi industrie. La democrazia è insidiata da autoritarismi e dittature e anche da politici al servizio di grandi poteri economici. Nell’agricoltura si espandono i latifondi a monocultura e l’allevamento intensivo delle multinazionali che riducono la biodiversità di vegetali e di animali, le produzioni a km zero e strozzano i piccoli agricoltori, che infatti recentemente si sono ribellati in tutta Europa. Ancora più preoccupante è la crisi di identità di genere e quindi delle relazioni tra uomo e donna, della famiglia, della natalità e della difesa della vita con l’aborto e la morte assistita che vengono rivendicati come diritti.

“Il mondo contemporaneo è segnato da un’infinita serie di contraddizioni. Basti citare il caso tragico e terribile del femminicidio: oggi che nessuno è obbligato a sposarsi o a restare in una relazione se non ritiene più convergente con i propri desideri e bisogni, oggi in cui vi è una libertà di costumi senza pari e ciascuno si può “rifare” una vita quando gli pare, siamo purtroppo costretti a registrare la presenza di maschi incapaci di separarsi dalla donna amata, arrivando a eliminarla fisicamente”. (A. Matteo, Convertire Peter Pan, edizioni Ancora).

Altro campo di grandi possibilità, e al tempo stesso di nuove problematiche, è quello della comunicazione. L’internet e il cellulare hanno sconvolto totalmente il nostro modo di comunicare, di lavorare e di informare. Oggi però i media digitali sono diventati anche strumenti di manipolazione, di disinformazione e di controllo, rafforzando il potere dei regimi autoritari e dei monopoli economici.

Guardando al progresso dell’umanità, ci sentiamo orgogliosi di vivere in questo tempo. Non siamo più nel Medioevo, abbiamo fatto passi da gigante in tutti i campi, eppure è bastata una crisi come quella del Covid-19 per scombussolare le nostre certezze ed evidenziare le nostre fragilità, aggravate da un crescente numero di conflitti che papa Francesco ha più volte definito “terza guerra mondiale a pezzi”. Tutto questo rivela un mondo malato, in cui i ricchi diventano sempre più ricchi, non solo nei Paesi poveri ma anche in quelli del Nord del mondo, mentre le istituzioni sovranazionali, ONU compresa, diventano via via sempre più irrilevanti.

Come uscire da un simile pantano? Ognuno a parole sembra avere la soluzione in tasca. Ma certamente una delle prime cose da fare è quella di sviluppare un pensiero critico sulle ragioni centrali del nostro vivere. Un pensiero che ci faccia passare dall’io al noi, dalla sete di potere e di ricchezza alla coscienza che solo diventando servitori del bene comune possiamo costruire bellezza, fraternità, “bene essere” e pace.

Questo, per noi che crediamo in Gesù Cristo, può venire solo dal confronto con la Parola di Dio, dove troviamo i criteri per la vera libertà interiore, per rinnovare i nostri rapporti interpersonali. Lì c’è la chiave per un vero cambio di mentalità (“conversione”) che non sia una cosmesi fatta solo di parole, ma diventi un reale impegno che si realizza in gesti quotidiani. Nella Parola troviamo anche le motivazioni per non mollare, per non cedere allo scoraggiamento e per giocare la nostra vita al servizio degli altri, come ha fatto Gesù e, sul suo esempio, tantissimi testimoni del nostro tempo “così tragico e meraviglioso”.

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