COS’HANNO DI SPECIALE I PRETI?
26 Gennaio 2024 // di don Egidio Todeschini
Signor parroco, perché mai si fanno feste solennissime per la Prima Messa di un sacerdote mentre non si fa nulla per le suore o i matrimoni? Sa cosa le dico? Io credo che si tratti di clericalismo e di maschilismo bell’e buono.
Beh, se parte così, qualunque cosa io le risponda rischia di non andare bene.
Ha ragione, reverendo, lo ammetto.
Ecco, bravo! Allora anch’io le vengo incontro e ammetto che in quel tipo di feste una punta di clericalismo ci sta.
E anche di maschilismo, su! Altra è la posizione del prete nella Chiesa e altra quella delle suore.
Non escludo neanche quello. Però io credo che se fosse solo per il clericalismo e il maschilismo queste feste di Prima Messa, oggi come oggi, non starebbero più in piedi. Invece hanno addirittura un crescendo e sa perché? Perché alla base ci sta un ragionamento di fede.
Proprio quello che io avrei tendenza ad escludere.
Appunto! Invece secondo me la gente, o meglio il popolo di Dio, quando viene consacrato un prete, e ancor più quando viene consacrato un nuovo vescovo, si rende conto che lì ha la garanzia della propria continuità. Senza vescovi e sacerdoti non c’è Eucarestia, non c’è assoluzione dei peccati. E senza queste cose non c’è Chiesa.
Chi l’ha detto?
Lo dice tutta la Bibbia e lo dice la Tradizione della Chiesa. Il Signore fra tutti i suoi discepoli dà ai Dodici dei compiti e delle responsabilità particolari. Poi gli Apostoli, con il gesto sacramentale della imposizione dele mani, ordineranno quelli che saranno i loro collaboratori e così faranno i loro successori. E diranno loro: “Lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio”.
Ci vuole proprio il gesto della imposizione delle mani per questo?
Vede, noi non siamo puri spiriti, ma corpi concreti. Perciò nella nostra religione non basta il pensiero, ma ci vogliono gesti concreti che manifestano e producono le realtà spirituali, che servono per la crescita della fede. Anche qui, come si fa a scegliere e a designare chi debba svolgere validamente ed efficacemente nella Chiesa il compito di maestro e di guida spirituale se non con un gesto dato dal Signore e dalla sua Chiesa? Non basta il pensiero.
E non basterebbe che uno venisse eletto dal basso o che venisse accettato dopo che si è fatto avanti lui?
Il ministero di queste persone è la continuazione di quello di Cristo e non gli arriva per semplice elezione. Men che meno se lo può attribuire qualcuno di propria iniziativa. Come in tutti gli altri doni di Cristo, cioè i Sacramenti, anche qui c’è un gesto che viene dal Signore: il sacramento dell’Ordine, che manifesta la volontà da Lui espressa il giorno di Pasqua: “Come il Padre ha mandato me, ora io mando voi”.
E secondo lei la gente pensa tutto questo quando festeggia le Prime Messe dei sacerdoti novelli?
Secondo me, sì! Forse lo pensa soltanto fra le righe, ma lo pensa. Se non avesse in fondo in fondo coscienza di qualche cosa di decisivo per l’esistenza della Chiesa, la gente non si muoverebbe di sicuro.