QUELLO CHE DIO UNISCE
13 Maggio 2023 // di don Egidio Todeschini
La sa, signor parroco, l’ultima sul matrimonio? Il matrimonio è il sacramento di tutti i “poveri sacramenti”.
Nel senso di “poveri diavoli”, vuoi dire?
Esattamente. E gliene racconto un’altra. Quando mi sono sposato, io sono andato a confessarmi e il confessore si era dimenticato di darmi la penitenza. Io gliel’ho fatto notare ed egli mi ha risposto: Va’ pure, che la farai la penitenza…!
Adesso capisco perché tuo figlio quando gli chiedo di elencarmi i sacramenti me ne ha detto solo sei e quando gli ho detto che aveva dimenticato il matrimonio mi ha risposto che l’aveva tralasciato apposta, perché tu gli avevi detto che il matrimonio è già dentro nel sacramento della penitenza.
Non è forse vero?
Attento però. Non dovresti esagerare così nelle barzellette sul matrimonio. Potresti fare del danno.
Ma no. Non abbia paura. Le cose veramente grandi non temono l’ironia; anzi, ne guadagnano secondo me. In fondo anche Gesù con il suo primo miracolo alle nozze di Cana non ha mancato di ironia.
Hai ragione. A Cana il Signore ha rivelato sorridendo che quando c’è lui la situazione cambia radicalmente di valore. Lì si è vista la differenza che c’è quando c’è di mezzo Gesù e quando invece egli è assente: come tra il giorno e la notte o tra l’acqua e il vino, appunto. Ha ragione il Salmo 127 che dice: “Se il Signore non costruisce la casa, lavorano invano quelli che la costruiscono”.
Certo. La presenza di Dio, di Cristo, in una casa è garanzia di protezione. Perciò ci si sposa in chiesa.
Forse non hai capito bene. Il matrimonio religioso non è una assicurazione contro gli infortuni della vita. Se fosse così semplice, tutti si sposerebbero in chiesa. Non ti pare? Il matrimonio in chiesa è invece accettare l’invito di Gesù che propone ai due di non amarsi di un amore qualsiasi e li aiuta ad amarsi come lui ha amato noi; vuol dire lasciarsi mandare da Gesù verso il coniuge a portargli la salvezza.
Si spieghi meglio, perché la cosa mi pare interessante.
Ecco, sta attento. Gesù la sera di Pasqua, soffia sugli Apostoli e dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo. Come il Padre ha mandato me, ora io mando voi”. Nel matrimonio succede in piccolo la stessa cosa. Gesù dice ad ognuno dei coniugi: “Ricevi lo Spirito Santo. Come il Padre ha mandato me a condividere la condizione umana, a redimerla, a renderla feconda e a salvarla con l’amore, con il perdono, con il dono di me stesso, così ora io mando te dal tuo coniuge a fare la stessa cosa: amatevi perciò gli uni gli altri come io ho amato voi. Condividete tutto fedelmente. Redimetevi e riscattatevi a vicenda dai vostri limiti con l’amore, diventate fecondi in tutti i sensi, siate segno di salvezza l’uno per l’altro.
Un coniuge perciò diventa in certo modo Gesù Cristo per l’altro? È forte quello che dice. Adesso mi par di capire anche perché nel matrimonio cristiano il divorzio è del tutto fuori luogo, è un non senso.
Quando due accettano di vivere il matrimonio così, come un segno dell’amore di Gesù, cambia davvero tutto. Molto più che a Cana di Galilea. E anche i “poveri sacramenti” diventano capaci di cose grandi.