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Dalla croce alla gioia – Lasciamoci contagiare dalla Pasqua

DALLA CROCE ALLA GIOIA - LASCIAMOCI CONTAGIARE DALLA PASQUA

12 Aprile 2020

Dal mio terrazzo di casa, con lo sguardo che può spingersi lungo prati, alberi in fiore, armoniose montagne in lontananza, il mondo sembra quello di sempre. Ma non è così ed anche noi non siamo più quelli di prima. Abbiamo dovuto modificare i nostri comportamenti, siamo isolati, fra interrogativi e speranze. La pandemia non è ancora sotto controllo, vengono i brividi a pensare che cosa potrà ancora accadere da noi e, speriamo di no, che cosa potrebbe accadere in continenti più poveri come l’Africa e l’America latina. Qualche piccolo segno incoraggiante viene dall’Italia ed è consolante vedere in questo momento tanti slanci di altruismo, di generosità, di servizio e di solidarietà. L’avvitamento delle società moderne in un individualismo sempre più spinto ce lo aveva fatto dimenticare, ma il coronavirus ci ha fatto capire quanto abbiamo bisogno del prossimo perché da soli non possiamo farcela.

In questi giorni stiamo facendo esperienza che siamo in balia degli eventi, costretti a fare i conti con la perdita di persone care e l’insicurezza. Ma la sosta in casa ci aiuta anche ad uno sguardo diverso sulla vita, a ritrovare stimoli ed esperienze poco frequentati: la necessità della preghiera, accantonata dalla nostra baldanzosa autosufficienza, la capacità di sentirci fragili e ricchi di miserie, la sensibilità da esprimere con azioni ed opere buone verso persone nel bisogno. Ecco alla rinfusa una carica di sentimenti che possono emergere nella nostre giornate da reclusi in casa; sono come fili d’erba in un deserto, sprazzi di luce in mezzo a tanto buio.

Siamo nel tempo bui della prova, sappiamo però che anche nei tempi bui il Signore non smette di seminare. Dio è all’opera, anche in questo tempo, semina in modo instancabile. E di giorno o di notte il suo seme cresce. Egli è come un Padre che veglia su di noi e quindi non dobbiamo avere paura. Lui ha vinto il buio della morte ed inaugurato la luce nuova della risurrezione. La notte è il tempo fecondo della nascita dell’uomo nuovo. Nel buio si prepara una luce nuova per cogliere il bene abbondante che ci circonda. Vi auguro di scorgere presto le luci dell’aurora anticipandole con il desiderio, l’attesa e la preghiera.

Oggi, pur in questo momento drammatico, la Chiesa ci ripete: “Non è qui, è risorto”. Oggi, nei nostri cimiteri che custodiscono l’altra città, quella di tanti padri e madri, figli o fratelli, parenti e amici, osiamo anche noi ripeterci a vicenda che i nostri cari non sono lì. Se così fosse vana e priva di senso sarebbe la nostra vita! Invece la certezza che Dio ha vinto la morte, ci fa osare, anche fra le lacrime e lo smarrimento, il canto gioioso di Pasqua. Non si tratta di una pia credenza, non si tratta di devozione di pochi: il Signore non ci salva “da” questo momento, piuttosto ci salva “in” questo momento nella misura in cui, attraverso ciò che succede, ci interroghiamo, ci aiutiamo, perdoniamo e ricominciamo in modo diverso. Facciamo la Pasqua del cuore.

Il Signore è con noi specialmente nei momenti della tristezza e della prova. Con il Signore risorto, ne siamo certi, nessun male avrà mai l’ultima parola. Rinascerò, rinascerai. Auguro a tutti Buona Pasqua!

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