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Prete di Berbenno nominato Coordinatore nazionale delle missioni cattoliche in Svizzera

Prete di Berbenno nominato Coordinatore nazionale delle missioni cattoliche in Svizzera
E' Don Egidio Todeschini, dal 1973 missionario degli emigranti

10 Ottobre 2021 // di Giuseppe Zois

Il prete bergamasco don Egidio Todeschini, dal 1973 a oggi missionario degli emigrati ed emigranti italiani in Svizzera, è stato nominato Coordinatore nazionale delle Missioni cattoliche italiane nella Confederazione per il quinquennio 2022-2026. Il mandato gli è stato conferito dal vescovo di Basilea e presidente dei vescovi svizzeri, Felix Gmür. La nomina è avvenuta durante la 333.ma assemblea ordinaria dell’episcopato, svoltasi a Visp, nel Vallese. Don Egidio è nato a Berbenno, nella frazione della Prada, il 14 febbraio 1944, penultimo di undici figli. L’importante scelta – è scritto nella lettera ufficiale – “conferma l’apprezzamento per le comunità di lingua italiana e per i missionari, le religiose e i religiosi e i laici che quotidianamente si prodigano per i fedeli di lingua italiana in Svizzera e per i nostri connazionali in Svizzera”. La nota termina con l’augurio di “sperimentare un servizio di coordinamento ricco di buoni frutti per le tante comunità cattoliche in Svizzera che custodiscono il bagaglio di fede e di cultura della Chiesa in Italia, radici che non si spezzano ma che si allungano ad abbracciare ciò che incontrano”.

La Valle Imagna è da sempre terra di valigie: il mestiere dell’emigrante è praticato da generazioni e attraversa secoli. Cambiano i tempi ma i migranti restano i forzati di una fatica che non cambia mai e che ha come sovrapprezzo lo sradicamento dalle famiglie, dagli affetti più cari e dalla propria terra. A fine Ottocento e prima metà del Novecento partivano padri e figli, braccia vigorose, per cantieri edili di ogni dove oppure nei boschi di Svizzera e Francia, ma anche in Gran Bretagna, nelle Americhe e in Australia. Numerosi, fino a qualche decennio fa gli stagionali in Svizzera, impediti dal portare con sé le loro famiglie. Dovevano essere solo braccia e dimenticare d’essere uomini, per parafrasare un’efficace immagine dell’architetto e scrittore Max Frisch. Per decenni queste schiere di migranti, che spesso avevano bisogno di aiuto e di assistenza nella burocrazia, con la lingua e nella scrittura, sono stati accompagnati da generose figure di preti. Dalla Valle Imagna ne sono partiti diversi: è il caso di ricordare don Antonio Locatelli, che fu poi per anni illuminato Vicario generale della diocesi con il vescovo Giulio Oggioni; don Romeo Todeschini; per qualche stagione anche P. Andrea Filippi, storico missionario in Brasile; don Eliseo Pasinelli che fu coadiutore a Berbenno e scelse poi a sua volta di fare le valigie per la Svizzera. Ultimo forse di questa assistenza spirituale e materiale a muoversi dalla Valle verso la Svizzera è don Egidio Todeschini, che dal 1973 opera ininterrottamente in Svizzera, in diverse missioni.
Autore egli stesso di alcuni libri fotografici a sfondo benefico-solidale, don Egidio ha una biografia che meriterebbe una narrazione tanto è ricca e multitasking la sua vita di prete, giornalista, comunicatore nel mondo delle Missioni per i migranti, suscitatore e convogliatore di solidarietà verso diverse emergenze umanitarie. Il tutto è avvolto dalla sua spiccata propensione ai contatti, alla mediazione, dote fondamentale nella complessità elvetica, già a partire dalle due lingue principali, il tedesco e il francese. In larga misura, è un prete “self made man”: ha dovuto attrezzarsi per fare quello che la vocazione gli ha dettato. Si è quindi industriato alla svelta a imparare il tedesco e il francese, poi ha masticato giornalismo in una testata locale, l’Eco di Locarno, esperienza utilissima per il suo futuro, in quanto ben presto gli fu affidata la non facile responsabilità del “Corriere degli Italiani”, succedendo a don Giulio Nicolini che fu chiamato a Roma da Paolo VI e poi fu fatto vescovo ad Alba quindi a Cremona. A questa testata che stava avendo una tormentata rotta di navigazione, don Egidio ha saputo dare nei suoi anni di direzione (1982-1998) un’ossatura, organizzando una rete di collaboratori per raccontare situazioni, mutamenti, problemi, persone e fatti con mira puntata sull’emigrazione. Un settimanale cristiano nell’idea e nell’ideale ma aperto alle molteplici voci della società.
Le “location” di don Egidio in Svizzera – dove già aveva provato l’asprezza dei cantieri per anni suo padre – dicono della sua versatilità e anche disponibilità: 1973-74 a Yverdon; 1974-1977 a Morges; 1978 giornalista a Locarno; 1978-1982 a Herisau (Appenzello); ottobre 1982 – 1998 a Hochdorf; gennaio 1999-dicembre 2021, missionario per Liechtenstein e Valle del Reno (sede a Schaan).
Tra le numerose iniziative filantropiche messe in atto da don Egidio, c’è un Calendario della Solidarietà che diventa fonte di aiuti erogati attraverso missionari nei cinque continenti. Quest’anno, per esempio, è stata fissata questa mappa di soccorso:

  • adozione di 50 bambini di Dagami (Leyte, Filippine)
  • opere sociali della diocesi di Emdibir (Etiopia)
  • opere sociali della diocesi di Beira (Mozambico)
  • opere sociali della diocesi di Gizo (Isole Solomone)
  • studenti poveri di Otavalo e Ibarra (Ecuador)
  • altri aiuti che durante l’anno giungono da diverse parti.

Questo lo spirito che anima ogni anno l’impegno: “Vogliamo aiutare alcuni dei tanti bambini del mondo per trasmettere loro speranza e dare coraggio per affrontare le difficili sfide che la vita comporta. La nostra è solo una goccia nel deserto, ma è questo deserto che tutti insieme cerchiamo di irrigare perché diventi terra fertile per una vita più dignitosa e piena di gioia. Non è forse la somma delle gocce d’acqua che fa gli oceani?”. Anche dal nuovo avamposto di lavoro, don Egidio continuerà questa irradiazione di bene.

Giuseppe Zois

Leggi l’articolo originale su Bergamo News

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